venerdì 3 luglio 2015

Languido e osceno



Ricordati poco più che bambino insieme a me e toccarti, adesso, uomo fatto e maschio prorompente. Negli occhi hai l'aria furba del disincanto, nel corpo tutta la voglia che non nascondi più e che mi inviti a scoprire, senza mezzi termini. "Prendilo in bocca", mi dici candido come fossero le parole più ingenue del mondo. Così riconosco subito il "mio" Xxxxxx, l'unico capace di essere languidamente osceno, in un equivoco costante di intenzioni e sentimenti. E il filato del destino, tra me e te, riprende a tramare da dove si era interrotto. Di nuovo quel tuo sapore nella bocca, e l'afrore acre del sesso che da tutta la vita mi è gradito solo quando è il tuo. Ti bacio, ti lecco. Mi piace sentire tra le labbra la pelle tenera in cui corre su e giù tutta quella prepotente invasione che cresce fino a toccarmi la gola, e quasi mi soffoca. Sollevo la testa, non resisto al tuo sguardo. Quasi a strattoni mi libero dal pugno gentile con cui mi tieni per i capelli, mi avvento su di te e con le gambe aperte sul tuo membro florido comincio a masturbarmi, finché il massimo del piacere non dischiude tutta la mia alcova rorida, e tu entri per la forza della natura e della mia rappresaglia d'amore. Con una mano mi afferri una natica e mi tieni salda al pene, con l'altra sfiori il confine confuso tra me e te, e io non so... non so se quello che stai toccando sono io o sei tu, perché fendi la mia carne, la dilati e la riempi come se non fosse mai stata divisa dalla tua. Scendi e risali di nuovo, e col dito bagnato di noi mi penetri l'ano. Io capisco. Sei durissimo, lo sento bene mentre esci. Ho paura, ma ti voglio davvero, ovunque. Così torno docile al tuo dominio, carponi, con alle spalle te e i brividi dell'amore. Poi una fitta lancinante mi pugnala all'improvviso. Ma arriva come un balsamo il tuo seme caldo, tanto violento da tracimare. Cola giù lento e suadente come una lava, mi accarezza la vagina. E il tuo orgasmo diventa subito il mio.

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