Ricordati poco più che bambino insieme a me e toccarti,
adesso, uomo fatto e maschio prorompente. Negli occhi hai l'aria furba del
disincanto, nel corpo tutta la voglia che non nascondi più e che mi inviti a
scoprire, senza mezzi termini. "Prendilo in bocca", mi dici candido
come fossero le parole più ingenue del mondo. Così riconosco subito il
"mio" Xxxxxx, l'unico capace di essere languidamente osceno, in un
equivoco costante di intenzioni e sentimenti. E il filato del destino, tra me e
te, riprende a tramare da dove si era interrotto. Di nuovo quel tuo sapore
nella bocca, e l'afrore acre del sesso che da tutta la vita mi è gradito solo
quando è il tuo. Ti bacio, ti lecco. Mi piace sentire tra le labbra la pelle
tenera in cui corre su e giù tutta quella prepotente invasione che cresce fino
a toccarmi la gola, e quasi mi soffoca. Sollevo la testa, non resisto al tuo
sguardo. Quasi a strattoni mi libero dal pugno gentile con cui mi tieni per i
capelli, mi avvento su di te e con le gambe aperte sul tuo membro florido
comincio a masturbarmi, finché il massimo del piacere non dischiude tutta la
mia alcova rorida, e tu entri per la forza della natura e della mia
rappresaglia d'amore. Con una mano mi afferri una natica e mi tieni salda al
pene, con l'altra sfiori il confine confuso tra me e te, e io non so... non so
se quello che stai toccando sono io o sei tu, perché fendi la mia carne, la
dilati e la riempi come se non fosse mai stata divisa dalla tua. Scendi e
risali di nuovo, e col dito bagnato di noi mi penetri l'ano. Io capisco. Sei
durissimo, lo sento bene mentre esci. Ho paura, ma ti voglio davvero, ovunque.
Così torno docile al tuo dominio, carponi, con alle spalle te e i brividi
dell'amore. Poi una fitta lancinante mi pugnala all'improvviso. Ma arriva come
un balsamo il tuo seme caldo, tanto violento da tracimare. Cola giù lento e
suadente come una lava, mi accarezza la vagina. E il tuo orgasmo diventa subito
il mio.
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